venerdì 16 marzo 2012

Halleluja Joe

Il mio lavoro mi porta a conoscere tante persone; tante, tantissime ne ho conosciute in 14 anni di lavoro.
Alcune di loro mi sono rimaste nel cuore.
Una sola lo ha fatto in modo così forte

(scritta nell'ottobre 2003)

Caro Giovanni, ti scrivo queste due righe anche se è da poco che ci siamo visti. Te le scrivo perché oggi ho pensato molto alla nostra amicizia, che dura ormai da quasi 3 anni e mezzo.
Quando ho iniziato a lavorare come assistente sociale nel comune dove vivi, mi hanno parlato di te praticamente da subito, descrivendoti come una via di mezzo tra "il matto del paese" e "la mascotte".
Oggi sto ascoltando da quando ci siamo visti una canzone che sicuramente tu non conosci, di un cantante che sicuramente tu non conosci.
Si chiama Graziano Romani e la canzone si chiama "Hallelujah Joe" e secondo me parla anche un po’ di te.
Già dalla prima volta che ci siamo incontrati tra noi due è nato un rapporto speciale, non sei come tutti quelli che vengono nel mio ufficio a raccontarmi i loro problemi e a chiedermi di risolverli, grandi o piccoli che siano.
Tu ti FIDI di me, nel tuo splendido cervello da bambino di 8 anni ti fidi di me come un bambino può fidarsi del padre, nonostante tutte le cose orrende che ti ha fatto tuo padre quando avevi 8 anni, nonostante tu di anni ne abbia 55.

"Occhi da bimbo che conosce il mondo - dita sottili ed unghie sporche di grasso"

I tuoi occhi sono sempre così espressivi, felici quando vince la Ferrari e tu il lunedì mattina vieni nel mio ufficio a raccontarmi un Gran Premio che io ho iniziato a seguire sperando che andasse bene per farti felice, a spiegarmi dettagli che non ho mai capito come fai a sapere, visto che non sai né leggere né scrivere.
Occhi che ultimamente erano preoccupati per questo dolore che non voleva andarsene, nonostante tu seguissi alla lettera quello che ti dicevamo io e le mie colleghe; una
preoccupazione che spesso tu cercavi di togliere a me, dicendomi che le cose stavano migliorando, come a far forza prima di tutto a te stesso.

"E ride degli anni passati già e ride di quello che arriverà"

Ridere, quanto ti piace? Tanto forse solo quanto ti piace girare per il TUO paese e salutare praticamente tutti quelli che incontri, dire due cose sulla Ferrari ad uno, parlare di politica (e ti giuro che ne sai molto più di tanti "sapientoni") ad un altro, magari fare un salto su nel mio ufficio a vedere se "è tutt'apposto" e prima di entrare nel mio ufficio fermarsi IN OGNI UFFICIO a salutare tutti.

"Tu balla come sai - sul cuore ha messo un bel po’ di blues"

La tristezza e la sofferenza che ti hanno accompagnato nella tua infanzia probabilmente resteranno sul tuo cuore per sempre, ma nonostante tutto tu a modo tuo tiri avanti, facendoti voler bene da chiunque ti incontri, raccontando "storie di libertà" che la tua
infantile fantasia forse ha creato per combattere la realtà.

Insomma questa canzone parla di persone che forse non rientrano nei "normali", e ti assicuro che tu, per me, normale non lo sei mai stato.
Tu sei e sarai sempre SPECIALE e le cose fatte insieme, le visite mediche, le mattinate passate insieme a comprarti le scarpe piuttosto che il cellulare, piuttosto che il lettore cd, resteranno sempre in me come i momenti dove meglio ho capito l'importanza del mio lavoro.

Ti ricordi quando due anni e mezzo fa sei stato ricoverato in ospedale per il solito problema? Sai all'epoca la canzone che mi venne in mente era straniera, parlava di una persona ammazzata solo per il colore della pelle; ma vederti su quel letto circondato da persone che con indifferenza sorvolavano sul tuo disperato pianto da bimbo spaventato,
mi fece pensare che ci sono diversi modi di piantare addosso a qualcuno 41 colpi:

"Le brutte notizie, puntuali, sono arrivate, la rabbia ed il dolore portano il mio neuro Walkman direttamente a 41 spari che risuonano come campane a morto mentre guido in mezzo al traffico, ma a 1000 anni luce dalla statale che mi sta riportando in ufficio…puoi
essere ucciso non solo per vivere nella tua pelle americana, ma anche perché non sei perfetto come il mondo ti vorrebbe, non sei normale, il tuo cervello non è adeguato alla tua età, anche se hai un cuore d’oro
(Giovanni ti starò vicino fino alla fine, fosse l’ultima cosa che faccio!)…"

"Poi sputa in terra e tira due madonne"

Però mi ricordo anche di quando ti sono venuto a prendere dopo un mese di ricovero; mi ricorderò sempre il tuo volto felice quando mi hai visto, quando hai capito che finalmente tornavi a casa, finalmente tornavi nel TUO paese. E mi ricordo anche quanto ridevi quando, in barba ai formalismi e nonostante fossimo sulla macchina del Comune, per
annunciare il tuo ritorno ho percorso per 20 minuti tutto il paese suonando il clacson manco fosse un matrimonio.

"Sei come il rock'n'roll, you'll never never die"

Ed infine "ti hanno visto andare via con chissà chi", ma no, anzi, sei tornato in ospedale e c'ero io, c'era la mia collega, che ti abbiamo tirato su dopo che eri caduto e non riuscivi ad alzarti, certo "qualcuno ha detto che stava male", ma non ti preoccupare, a tranquillizarli ci abbiamo pensato noi; e non pensare di fare come quello che "è partito
senza salutare".

A salutarti ci saremo, come sempre. TUTTI.
Ciao Johnny.
Alberto

Giovanni è morto stanotte alle 3. E' morto solo, senza che adesso, a più di 12 ore dal decesso, i medici abbiano capito se è dipeso dal tumore che da 3 anni lo tormentava e che probabilmente è stato da loro trascurato perché "il matto" figurati se si rende conto di aver male o no.
È rimasto solo fino a quando sono arrivato io; dopo di che gli addetti hanno avuto la decenza di chiudergli gli occhi e di pulirlo.

Nessun commento: