mercoledì 20 febbraio 2013

Storia critica del calcio italiano - Gianni Brera



La storia del calcio, raccontata da gianni brera, è la storia nostra, del nostro paese, delle nostre contraddizioni, dei nostri pregi e dei nostri difetti.
Non me ne vogliano i detrattori, gli snob, gli indifferenti, ma il gioco del calcio fa parte della nostra vita di italiani e fa parte della nostra cultura, oltre che della nostra storia.
E soprattutto, mettetevi il cuore in pace, nostalgici a prescindere, no, il calcio di una volta non era diverso, non era migliore, non era più etico.
Mancava l'esposizione totale di adesso, mancava il parossismo fanatico forse, ma forse no (43 anni fa la nazionale VICE CAMPIONE DEL MONDO tornò dai mondiali messicani, italia – germania 4-3 ricordate? E venne presa a pomodorate e insulti come quella che 4 anni prima venne eliminata dai dilettanti coreani), ma già allora c'erano le esagerazioni, le assurdità, l'enorme giro di soldi attorno a calciatori, dirigenti, allenatori, giornalisti.
Gianni Brera, maestro di scrittura, traccia questo racconto, dalle partite con le palle di stracci alle trasferte in vista dei mondiali argentini del 1978, parlando della nascita di una nazione, che passa attraverso lo sprofondo di due guerre mondiali, del ventennio fascista, dell'alleanza coi nazisti, della guerra civile per la liberazione; eravamo additati come cattivi, criminali, delinquenti, poveracci.
Ma pochi giorni dopo la fine della guerra 40\50 mila persone erano allo stadio.

Una parte enciclopedica con date e numeri e risultati e tabellini, ma affiancata costantemente da una parte di cronaca, di racconto, di storia.


Le veline, gli scandali, il doping, la corruzione.
Che ridere quelli che li credono novità dell'ultim'ora per poter alzare il loro sensibilissimo nasino e dire "ah, una volta...".
Certo, nel periodo delle case chiuse si poteva contrattare col mister per una visita “di piacere”, oppure giocatori anche famosi potevano scendere in campo dopo l'inizio della partita poiché svegliatisi tardi nel letto del bordello dove avevano passato la notte, o altri ancora, per ottenere una tariffa di favore o qualche servizio in più si potevano presentare direttamente in divisa da gioco.
500 pagine che dimostrano nel bene e nel male come lo sport, specie quello povero, plebeo, come in effetti era il calcio, sia lo specchio migliore per conoscere un paese.
Il calcio come valvola di sfogo, come metafora, come emancipazione da una posizione sociale difficile da accettare.
Viva il calcio, da sempre lo sport più bello del mondo!

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