venerdì 26 aprile 2013

Il vento di alassio non se ne infischia

Poche parole stavolta, per presentare le immagini con cui ho cercato di descrivere, grazie all'unica colonna sonora possibile, la giornata di ieri in piazza partigiani ad alassio.
Buona musica, birra fresca, amici, un amico sul palco, sorrisi, solidarietà.
Il 25 aprile non è morto, trovo curioso che a prendersi la responsabilità di tale affermazione sia la stessa persona che qualche mese fa di fronte a telecamere e fascistelli in erba si dichiarava "non competente" sul tema dell'antifascismo.
Onestamente nel suo certificato di morte non dice ahimè cose sbagliate, ma quelli che lui elenca per decretarne il trapasso sono invece a mio parere tutti motivi più che validi per continuare a tenere viva la memoria di cosa è stato il 25 aprile.
La resistenza, anzi la Resistenza inizia da queste cose, non certo da paramilitari che espongono macabri manichini; la Resistenza va ricordata attraverso la vita, non celebrando la morte dell'avversario.
La Resistenza va celebrata battendosi contro ingiustizie di tipo diverso ma sempre pesanti e dolorose da sopportare, come la storia di tomaso bruno ed elisabetta boncompagni.
La Resistenza la facciamo ogni giorno, quando decidiamo di tenere fede ai valori in cui crediamo.

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