lunedì 10 giugno 2013

Dal nostro inviato a Padova (Bruce Springsteen 31\05\2013)



Sono passate tre settimane dalla trasferta stoccolmese e toccava ripartire un'altra volta, cambiava il mezzo di trasporto, la direzione est al posto che nord, ma in fondo in fondo era la solita zingarata per assistere ad un concerto. Partiamo dall’angolo tripadvisor.
Padova è una bella citta, e come ci racconta il suo più illustre ex dirigente sportivo, schiava della vicinanza con Venezia, e anche di un cattivo ufficio stampa.
Quatto colpi di mouse e paypal, ci avevano anche munito di una prenotazione per la visita alla Cappella degli Scrovegni.
Si può definire in un solo modo, spettacolare, 15 minuti a naso all’insù per cercare di trovare i dettagli descritti dalle guide multimediali del museo, i nostri piani prevedevano l’esplorazione anche della basilica di Sant’Antonio.  Probabilmente, il solo pensiero di avvicinarmi ad un santuario ha causato un fortunale.
Una volta che è spiovuto, e dopo l’acquisto di un ombrello,siamo arrivati al santuario, giusto per scoprire che ospitava, sia all’esterno che all’interno, svariate tonnellate di impalcature ad imitare la sagrada familia.
Uno spriz prima del  rientro in albergo dove ci aspetta  il Sir che ci porta a cenare, bolliti e arrosti, il tipico cibo estivo… ma con 7 gradi e cielo di piombo ci stavano benino.
La mattina dopo, ci attardiamo ed arriviamo allo stadio euganeo, tardissimo, ben alle 7 e 30.
C’erano più di 2000 persone, follia. Totale e completa follia collettiva, se poi penso che solo un mese prima a Stoccolma, arrivando verso le 8 e 30 ho preso un onesto 478.
C’è qualcosa che non va. Seriamente.  Tiriamo l’ora dell’apertura cancelli regolari e proviamo a prendere l’indulgenza plenaria, dopotutto eravamo andati dal santo ma scegliamo l’accesso sbagliato.
Ci serve qualcosa per il morale, vediamo il cameraman e la camerawoman arrivare sul palco di corsa. Si accendono i megaschermi e bang!
Pre-show acustico, giusto per aumentare l’adrenalina, e la risposta del pubblico, con il coro di badlands che nasce spontaneo alla fine di promised land (non centrerebbe un cazzo, ma per la serie le piccole cose che contano, invece vale moltissimo) ripreso e trasformato in growin up è la scintilla che accende quello che succederà più avanti.
 Altre tre ore di attesa,in cui avviene la ricerca di un posto in mezzo ai normaloidi ed il concerto è pronto per ricominciare. E come…
Bruce esce da solo, armato della sua fida chitarra acustica, e parte con una versione riarrangiata in chiave combat folk del fantasma di tom joad. Questa sera lo si capisce subito, Bruce gioca per vincere, si passa all’elettrica, entra l’esercito di musici e giu’ a tavoletta, long walk home, my love, two heart, si steve si degna di fare i cori, e poi via a pescare le richieste dal pubblico, boom boom, something in the night, fucco due, sembra indemoniato, e poi dopo l’angolo wrecking ball bang…l’annuzio, scarno senza gigioneggiare in italiano..
Questa sera born to run start to finish
Fucco due.  Non avrei mai detto che succedesse a PD, prevedevo scaletta pazza, ma questo proprio no, me ne farò una ragione. Mi sto pure abituando bene, la terza meeting –jungleland in 4 concerti, e l’unico in cui è mancata aveva al suo interno racin’.
Inizia a piovigginare, fine e freddo, finalmente i tipi del meteo.it ed il loro araldo Kingo, saranno contenti, hanno pronosticato pioggia dalla mattina alla sera. Zioorologiorotto, mi barrico nella tuta antipioggia e non mi accorgo di nulla.
Ogni tanto mi guardo in giro, analizzo il comportamento delle cavie normaloidi. E vedo solo facce felici, senza troppe menate sulla rarità della canzone o sul fatto che sunny day ha rotto i collioni.
Dopo jungleland, bruce, infila il concerto sui binari, lasciando spazio anche ad un local washboard hero, ed e’ un gioco da ragazzi arrivare al risultato finale
Padua, batte Stoccolma1 3-0
E non è servito nemmeno un duetto con Alexis Lalas.
Uggia’ Padova è stata più eletta della prima sera stoccolmese.
Ci si strascina verso il parcheggio, si recupera la macchina e si finisce in un simpatico ingorgo stradale, un ora per uscire dal parcheggio, con l’utilissima collaborazione dei vigili patavini e una riduzione di corsie da 3 a una appena raggiunta la A4, 
5 ore 4 caffe e una red bull dopo raggiungo casa.
Meno di 48 ore alla ripartenza, milano is calling.

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