lunedì 10 febbraio 2014

Il senso di appartenenza ai tempi di Facebook. Sei di qui se...



La moda che impazza al momento sul social network più famoso è quella di creare gruppi che condividono l'origine, la nascita, la residenza in un dato posto.
Sei di Milano se... e tu ci aggiungi quello che vuoi.
Funziona, funziona alla grande.
Funziona soprattutto a tirare fuori il senso di appartenenza che ognuno di noi prova nei confronti di una comunità, perché volenti o nolenti, di almeno una comunità facciamo parte tutti.

Il mio gruppo è quello di Albenga, perché insomma, le radici sono quelle lì.

E non voglio fare distinzioni, perché secondo me funziona così dappertutto.

Nelle 24 ore in cui ho avuto la pazienza di leggere tutti i ricordi di tutti, è stato bellissimo: posti dimenticati, feste, ricorrenze, tradizioni, i "matti" del luogo.
Poi la cosa ha assunto i toni tipici di ogni tentativo, perlomeno "virtuale", di ricreare una comunità.
Iniziano i distinguo i Si Ma, i "questi si questi no".
E le cose peggiorano, perché alla fine, sono convinto che dentro di noi, il senso di appartenenza lo sentiamo più forte se abbiamo un "altro" a cui riferirci in termini negativi, aggressivi, a volte perfino offensivi.

Il processo è questo, più o meno:

- tutti bravi, tutti amici, CHE BELLO QUESTO GRUPPO VI AMO TUTTI
- sesso di gruppo virtuale, amore libero, amicizia sincera
- prime discrepanze, eh ma lui, eh ma lei
- scelta di un riferimento esterno su cui sfogarsi (i cagalegna, per esempio)
- riferimento al passato esclusivamente per lamentarsi del presente
- polemiche tra chi si comporta come al punto precedente contro chi magari al giorno d'oggi sta bene 
- esasperazione del rimpianto: i militari RIEMPIVANO LE PIZZERIE!!!!!!! eccerto, quando c'erano due caserme ad albenga oh non si riusciva a mangiare una pizza in pace oh, dalla fila che c'era!! Peccato che oltre a rompere le palle alle ragazzine, i militari facessero una rissa ogni 97 metri, ma che ci frega, i ristoranti erano pieni!!!!
- banalità assortite
- restringimento del campo, perché ognuno di noi in cuor suo è convinto di essere più di quel posto rispetto agli altri 
- i marocchini. Essì cazzo, i marocchini arrivano sempre, in ogni gruppo, sono sicuro. Perchè ad albenga aaaaaaaaaaaahhh come si stava bene prima che INVENTASSERO i marocchini!!!! Certo, come no! Perchè nessuno si ricorda che ad albenga nel ruolo di capro espiatorio prima dei marocchini (che mica indica una nazionalità eh, solo una fascia sociale) ci fossimo noi terroni, che rovinavamo le passeggiate domenicali degli albenganesi DOC
- rissa
- chiusura del gruppo

ora, non so se si arriverà all'ultimo punto eh, spero di no, ma al penultimo ci si sta avvicinando parecchio.

Ora mi chiedo, non si riesce proprio a ricordare un posto, a condividere i ricordi di quel posto, senza finire a litigare? No, non credo, secondo me ormai il nostro patriottismo, riferito a quello che volete, dalla nazione al condominio, viene alimentato esclusivamente o quasi dalla presenza di un nemico, che sia un presente peggiore del passato che si ricorda, un comune  o un quartiere limitrofo (perché ad albenga se venivi da vadino eri mica accolto con entusiasmo eh), I MAROCCHINI.

Ed allora tenetevi il vostro patriottismo, a me basta qualche, sbiadito ricordo.


1 commento:

Unknown ha detto...

Grazie!
Hai dato voce ai miei (e sono sicura di tanti altri!) pensieri!
Salvi tutti i ricordi sbaditi... :)
Carla