martedì 2 settembre 2014

Diario dall'occitania

(appunti semiseri di una bellissima settimana in montagna)



Giorno 1.
Appena arrivati all'agriturismo siamo andati a fare un giro a Valdieri e sono andato a cercare la grande casa dove facemmo le vacanze di branco con i lupetti nel 2001. É tristemente diroccata ed in vendita ma dopo pochi istanti passati a guardarla da fuori ho risentito le voci e le risate dei bambini di 13 anni fa, ora ragazzi e uomini che oggi avrei voluto abbracciare e a cui avrei voluto chiedere come era stato il loro sentiero in questi anni.
A cena abbiamo assunto il fabbisogno calorico dell'intero burkina faso. 

Di secondo c'era il bollito. Non scherzo se dico che da bambino per dieci anni CONSECUTIVI ogni domenica da ottobre ad aprile a cena a casa mia si mangiava bollito. Con l'insalata. E mentre lo mangiavamo guardavamo Domenica Sprint. Viva vivaaaaa il goleador!!!
Meno male che hanno una ottima grappa.



Giorno 2. Tradizionale gita al rifugio. Tradizionale nel senso che ne facciamo una all'anno e quindi non é che siamo proprio allenati. Quindi il sentiero di oggi mi ha ricordato un po' la Salitella De Amicis della Coppa Cobram ma tant'è.

A metà sentiero l'apparizione della Beata Vergine con in mano un pentolone di polenta con su inciso In Hoc Signo Vinces mi ha dato la carica per arrivare al traguardo.

Nella classica pennica pomeridiana però il dramma. Sono stato svegliato dal vociare di bambini che gridavano LORSO LORSO GUARDATE C'É LORSO!!!! 
Sono balzato in piedi pronto a difendere a mani nude la mia famiglia ma ho rapidamente capito l'equivoco: i bambini mi indicavano sbalorditi. 
Devo fare qualcosa per il russare. 
Giornata positiva soprattutto per il bilancio delle calorie: ne avrò consumate 500 ma la cofana di polenta e sarciccia da sola sfiorava le 3000, senza contare che ho finito anche quelle delle bambine. 
Ai formaggi



Giorno 3. Oggi gita all'alpeggio. Dopo temporalone notturno siamo partiti di buona lena e di gamba facile ed insieme alla guida irene abbiamo raggiunto il Gias della Vagliotta per conoscere i pastori. Tutto bellissimo ed autentico anche se alcune cose mi hanno dato da pensare:
Le pecore recavano sul fianco sinistro un codice a barre.
Bene il pastore bene il giovane pastorello benissimo la giovane pastorella ma mancava la ragazza disabile in via di miracolosa guarigione.
Le caprette sono maleducatissime: nemmeno una che ci abbia salutato.
Comunque ho delle idee vincenti per questo alpeggio state a sentire:
Prima di tutto cablami la zona dai. Che sei li che degusti una toma squisita e non puoi pubblicarne la foto sui principali social network.
Poi i cavalli, ok la natura e lo stato brado ma se al posto degli zoccoli gli uscissimo delle Nike? Quelle fosforescenti che piacciono tanto ai calciatori che ci mettono le stringhe contro l'omofobia e viene su un colpo d'occhio tipo Paradiso dei trans.
Il bosco: bellissimo davvero. 

Però in un punto qualunque dovremmo cagarci uno scuolabus della scuola elementare Gustavo Thoeni di Entracque, che qualche hipster ci si va a stabilire nutrendosi di muschi, licheni, rayban e barrette mars. Aspettiamo che ci scappi il morto poi filmone, regia Adriano Sforzi colonna sonora acustica di Davide Geddo.
Poi non dite che non vi avevo coinvolto



Giorno 4. Mattinata di totale relax causa completa rigidità degli arti inferiori. Praticamente avevo la mobilità e la grazia di un rolando bianchi fuori forma. 
Pomeriggio dedicato al museo della segale di s.anna di valdieri con approfondimenti e video d'epoca. 
Siamo vicini alla terra di nuto revelli e la lezione che i contadini hanno lasciato in eredità é forte come il tributo che questi paesi hanno pagato per guerre decise da uno stato che li ha poi abbandonati. 
La dignità di questa gente é una pietra d'angolo da cui potrebbe partire una rinascita morale se solo l'italia non fosse una nazione morta e sepolta



Giorno 5. Giornata dedicata ai lupi con visita al Centro Faunistico Uomini e Lupi di Entracque. Due diversi ambienti che spiegano "a portata di bambini" il rapporto del lupo con l'uomo e con la natura. Il cantastorie Prezzemolo ci ha raccontato miti e leggende sul lupo mentre la fotografa Caterina ci ha portato sulle sue tracce tra monti e boschi, fino ad una torretta di osservazione che non ha purtroppo portato risultati. 
Il tutto con grande contributo tecnologico, video, suoni, percorsi multimediali a dimostrazione che il progresso ha pure aspetti positivi e non si ferma alla moviola di pistocchi ed allo streaming in commissione giustizia. 
Molto bella la storia del lupo ligabue che dopo essere stato investito e curato é stato monitorato con un collare gps e dall'emilia si é spostato fino al piemonte. 
Caratteristiche principali di questo lupo erano quelle di ululare credendosi un lupo americano ma con molta meno voce e con un ritmo monocorde e di provare ad abbindolare i lupi più giovani con discorsi qualunquisti e paraculo. 
Almeno così mi sembra di aver capito



Giorno 6. Terza gita!!! Volevamo raggiungere questo rifugio che non sembrava lontano quindi ci siamo informati. 
Tramite un autoctono tassista di nome Tony O'schiattamuort' siamo venuti a conoscenza di una gita parrocchiale che prevedeva apertura di strade e percorsi facilitati. 
Praticamente ci siamo imbucati mescolandoci tra le altre auto. 
Sulle note di "Il tuo popolo in cammino" abbiamo percorso la strada privatissima salutando festanti le altre macchine. Con solo mezzoretta di cammino abbiamo raggiunto la meta e celebrato la Santa Messa, che a 2000 metri e con canti alpini ha un fascino particolare. Polentata totale a pranzo nel rifugio dove era appena passato l'amico Andrea Gaminara e pomeriggio con balli e canti tradizionali conclusi dall'accoppiata Quel mazzolin di fiori e Vecchio Scarpone. 
Altro che Thunder Road


Giorno 7. Decidendo al volo stuzzicati dall'amica Laura abbiamo realizzato un nostro piccolo sogno e siamo andati nel luogo dove si sono formate le prime bande partigiane. 
Nel rifugio appena restaurato sono presenti diversi locali che ospitano in questi giorni una mostra fotografica sui deportati di questa terra a mauthausen ed una edizione ristretta dell'omaggio a nuto revelli vista a genova (ma qui nelle zone raccontate e fotografate il gusto é proprio speciale). 
Il silenzio che ci avvolgeva sembrava riportare a galla quei giorni di 70 anni fa quando duccio galimberti e i suoi compagni organizzavano la Resistenza proprio incontrandosi in questi boschi, attraverso i quali molti rifugiati ed ebrei trovarono una via di fuga dalla guerra e dall'Orrore. 
In una sala un filmato-intervista a due sopravvisuti ai campi di sterminio mi lasciava inchiodato alla sedia. 
Forse é vero che la storia non ci insegna nulla, ma io che la mia famiglia sia stata qua sono davvero contento





Giorno 8. Abbiamo deciso di prenotare fino ad oggi perché a s.anna di valdieri oggi si concludeva la festa della segale, cereale su cui si basa buona parte dell'econonomia locale. Fiera per la via, prodotti tipici, assaggini sparsi e ovviamente polenta. 
Una piccola comunità che si ritrova e fa festa assieme, con rievocazione storica e dimostrazione pratica della battitura appunto della segale. 
Si é chiusa così questa bellissima vacanza ma l'immagine che ho negli occhi é quella di mia figlia virginia che arrivati dai nonni corre a salutare Ciro (Tevez Trentadue Sul Campo Inter Merda) e sto fetient' che le mette le zampe attorno al collo per abbracciarla.

Fine del diario.








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