mercoledì 24 giugno 2015

I MEI vent'anni (Il Meeting delle Etichette Indipendenti) - Daniele Paletta e Giordano Sangiorgi




Il libro di Giordano Sangiorgi e Daniele Paletta sul Meeting delle Etichette Indipendenti racconta (benissimo) una storia bellissima. Una storia fatta di ostinazione, tenacia, forza di volontà e soprattutto tanto amore per la musica. Una storia esemplare, che dimostra come la passione spesso possa condurci molto più lontano di quanto noi stessi immaginiamo.
La voglia di fare rete, il piacere di mettere insieme diversi pezzi di una stessa scena, il cercare un coordinamento che aumenti il valore del singolo sono tutti concetti ed idee che io adoro, con le quali mi confronto quotidianamente per lavoro ma che fanno ormai parte del mio modo di pensare anche per quello che riguarda hobby e passioni, tra l'altro del tutto identiche (musica e affini) a quelle degli autori di questo libro.
Faenza come centro del mondo, di un mondo, quello della musica indipendente, che da sempre si sbatte e combatte per emergere e che da Faenza ha iniziato a prendere coscienza di sè come realtà unitaria, come movimento e soprattutto come "forza" che poteva avere una voce importante nel capitolo del music business italiano.
MEI come punto di incontro e confronto che dalle pagine del libro emerge come un'oasi più unica che rara, un tavolo davvero aperto, dove non mancano litigi ed abbandoni (tra l'altro raccontati con estrema onestà), ma dove chiunque può sedersi a portare il proprio contributo.

Una lettura piacevolissima per chi come me non è mai andato al MEI ma che comunque adora situazioni come quella, un posto dove la musica la fa da padrona in ogni angolo ed in ogni istante.

Aneddoti, riflessioni, storie anche importanti come i confronti con le forze governative.
Pagine che mi sono goduto riga per riga, immaginandomi di essere presente.

L'unico, non piccolo, problema è che a spanne direi che i 3\4 della musica di cui si parla in questo libro, a me, fa davvero cagare.
Tutta sta scena indie, davvero, la detesto quasi in blocco.
E poi, parliamone, INDIPENDENTE è uno stato professionale (slegato dalle major, libero, autonomo ecc ecc) o uno stile musicale?
perchè la musica indipendente italiana sembra, alla fine, assomigliarsi un po' tutta, nomi finto-intellettuali, testi demenzial-criptici, atteggiamenti (a differenza di gente come sangiorgi) di chiusura snobistica ed autartica, poco, pochissimo senso melodico, che va bene schifare la hit radiofonica, ma cazzo dammi un gancio per ricordarmi il tuo pezzo no?
Tutti sti cazzo di intellettualoni finto hipsters col nasino all'insù, tutti sti vorrei ma non posso, tutti sti presuntuosetti figli di papà che giocano a fare gli alternativi, tutte ste cazzo di cover band dei sonic youth
Marta sui Tubi, Dente, il MANAGEMENT DEL DOLORE POST OPERATORIO (ma porcaputtana), LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA, tutta sta riga di cani in chiesa qui (ah, si IL SORPRENDENTE ALBUM D'ESORDIO DEI CANI, crisht...) non ne salvo uno guardate, giusto qualche canzone de Lo Stato Sociale (che ho ascoltato perchè dal nome pensavo parlassero del mio lavoro), i Ministri toh e poco poco altro.
Ah, i Baustelle credo di odiarli.

Perchè la  musica indipendente è comunque anche quella che partendo da radici classiche e magari pure mainstream ha il coraggio di portare avanti un discorso slegato da contratti o da obblighi o da percorsi già tracciati. Una comunità di persone che si autoproduce, autopromuove, che suona in ogni angolo gli si dia spazio.
Indipendente come sinonimo di libero.
Mancano i richiami al rock classico ed al blues, che pure in Italia hanno una scena "indie" abbastanza ricca, manca la scena heavy metal, che almeno dalle mie parti resta sempre bella solida, manca il cantautorato tradizionale che almeno nella mia liguria è sempre vivo e vegeto.

Vabbè ma a parte sta botta di intolleranza mista a saccenza, che mi ha creato qualche problema nella lettura del libro (e molti di più nella vita di tutti i giorni), la storia del MEI, critiche e problematiche connesse comprese, è importante,  anzi fondamentale, per la musica italiana.

Una storia comunque che era doveroso raccontare e che è giusto ed importante leggere.

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