domenica 6 marzo 2016

La macchina de L'Orage, un viaggio nel tempo, tra boschi e scogliere



C'è qualcosa di confortante nella musica de L'Orage, che con l'anno nuovo ha pubblicato il nuovo, bellissimo disco "La Macchina del Tempo".

Confortante perchè ci da la possibilità di mantenere vivi certi valori, certe tradizioni e certa memoria di posti e ideali.
Conforto a cui si affianca però naturalmente la malinconia di tempi passati e di un presente che poco fa sperare di buono.

La musica del gruppo valdostano porta con se memoria e innovazione, tradizione e coraggio, guarda avanti ma tiene ben saldo un bagaglio importante che affonda le radici negli strumenti e nelle leggende da cui traggono ispirazione i testi di alberto visconti.

Musica folk, popolare nel vero senso del termine, perchè dal popolo nasce ed al popolo arriva, sotto forma di giga irlandese, ninna nanna, valzer.
Folk, perchè piena di quella volontà che i ragazzi del gruppo hanno da anni, quella di non perdere il tesoro che si nasconde nelle storie raccontate davanti al fuoco, all'osteria dopo un bicchiere di vino o forse 4 bottiglie, nei libri da raccontare ai bambini che non vogliono ancora dormire.

Che sia musica e che si balli in tondo; che si balli, perchè si trasformi in energia positiva ogni goccia di sudore versata su sta terra, si balli in tondo, per guardarci tutti in faccia, per leggere ognuno negli occhi dell'altro la voglia di stare assieme e di camminare nella stessa direzione.

La meraviglia che fa di questo un gruppo speciale è la capacità di far suonare tutti questi ingredienti in maniera attuale, moderna, se non fosse ormai diventata una parolaccia direi quasi radiofonica.
Perchè se vogliamo che non si perdano certe cose, dobbiamo renderle accattivanti a chi non ha orecchie abituate a certi suoni antichi.

E la risposta a questa sfida io l'ho vista pochi giorni fa, durante un loro caldissimo concerto a genova.
L'ho vista nell'immagine che ancora mi porto stampata davanti agli occhi dei due fratelli boniface e di alberto che durante un pezzo travolgente saltavano a tempo, coinvolgendo il numeroso ed entusiasta pubblico.

Ero ad un concerto folk? di musica ANTICA? TRADIZIONALE?
Macchè, era del fottuto rock and roll, quello che ti sale dai piedi e ti entra in circolo, che non ti fa stare fermo e che davanti a momenti semplici come quello ti fa venire voglia di ballare.
La capacità di suonare moderna senza snaturare il proprio credo è la scommessa più importante che L'Orage sta vincendo, attirando nuovi seguaci e accompagnandoli nel suo mondo fatto di boschi, montagne e scogliere, popolato da irlandesi fertili ed eroi dell'alpinismo.

Favole e miti che cercano un rifugio per restare accesi, ma anche una lettura che scopra il loro valore.
La donna irlandese che vive sola per 9\10 mesi all'anno è simbolo di resistenza, legami, viaggi e migrazioni, il marito che aspetta a londra la notizia della nascita del suo ennesimo figlio concepito a natale e partorito alla fine dell'estate è storia di partenze e distanze, di scelte dolorose a cui certe popolazioni sono chiamate semplicemente per sopravvivere, nella verde isola di smeraldo come nel medio oriente di oggi.
Bonatti e la sua sfida alle vette alpine è un messaggio chiaro ed uno sprone a combattere sempre per ciò in cui si crede; un ricordo che ci fa presente come anni fa si andasse a mani nude a combattere il proprio destino.
Monsieur Thiebat è carne e favola, personaggio che oggi non esiste più, ma che una volta trovavi sempre pronto ad un bicchiere ed un consiglio, magari non perfettamente centrato, ma comunque portatore di spunti di riflessione. Thiebat siamo anche noi, che una volta forse avevamo la capacità di farci guidare anche dal cuore, e dal vino, mentre sembra che oggi non siamo più in grado di sputare in faccia ai generali.

Siediti un attimo e parla con me, canta alberto in Non risparmiare energia, lasciati trasportare, guarda ancora una volta le stelle, vieni con me, questa macchina è una macchina del tempo, non sarà l'ultimo modello, ma ti puoi fidare.

Accompagnati dalla mano di erriquez della bandabardò, uno che di suonare attuale senza rinnegare la tradizione se ne intende eccome, i ragazzi valdostani rivisitano nuovamente con passione e rispetto il de gregori storico di Le storie di ieri, mentre ancora è ben chiara la meravigliosa figura fatta al suo fianco all'arena di verona per i 40 anni di rimmel.
Musicisti eccezionali, i fratelli boniface suonano dal vivo una decina di strumenti diversi, capaci di racconti affascinanti e perfette guide in un mondo che unisce insieme passato e futuro, gli alfieri del "rock delle montagne" ci stanno invitando ad un viaggio che difficilmente potremmo fare altrove e con accompagnatori più adatti.

Quel che conta in fondo, quello che rimane
quello che lasciamo ai figli e conta più del pane
è la traccia di un sentiero che porta alla libertà

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