lunedì 5 settembre 2016

I Fratelli Piastrella (ossia il mio modo di dire FORZA MARIO!)



Il mondo del calcio ha spesso raccontato storie di fratelli compagni di squadra e perfino rivali
I fratelli Baresi, chiaramente, milan ed inter, con franco, uno dei migliori difensori della storia del calcio, scartato dall'inter a differenza del fratello beppe.

I gemelli filippini, icone degli springsteeniani da quando uno dei due dopo un goal segnato con la maglia del parma esultò simulando un assolo di chitarra uguale uguale al nostro boss, ma uguale eh?

I fratelli boateng, addirittura convocati in due nazionali diverse

nella mia carrierahahahahahahahaha (scusate, mi è scappato) di calciatorahahahahahahahaha (ok, la smetto) anche io ho incrociato storie familiari

I gemelli bestemmia sono tra i protagonisti di Scusa, Ameri, ma mi mette male accomunarli alla banda di peones che eravamo al campetto, loro che a calcio in maniera seria ci hanno giocato eccome

all'alba della storia dei rossi e dei gialli le famiglie si mischiavano spesso

non fratelli, bensì padre e figlio, alla base di tutta l'epopea delle partitelle del sabato, c'erano pippo (a cui scusa, ameri è dedicato) e suo figlio, il capitano, incaricato dal padre di fare la “squadra dei giovani” per sfidare i vecchi; una bella storia, non fosse che pippo aveva istituito la regola secondo la quale i suoi falli al figlio non andassero mai fischiati; però ancora oggi a 25 anni di distanza, il suo “ciao buona domenica, ci vediamo sabato prossimo” è la frase che più mi ricorda quei pomeriggi che diventavano serate

il conte ad esempio aveva un fratello che chiameremo doc; nato terzino di spinta, il doc man mano che aumentava di peso si spostava verso l'area avversaria fino a diventare, con moto indipendente e non autorizzato, il nostro centravanti, spesso in coppia proprio col conte stesso, con cui condivide l'amore per il futbol e per la buona tavola; anche il conte infatti, magro e agile in giovine età, si era trasformato poi in centravanti, per così dire, di peso;

paolone, l'inventore della teoria del “siamo stonati ma non abbastanza da non poter cantare in un coro”, ha un fratello mio coetaneo ed amico carissimo dai tempi delle elementari; mentre paolone era il cardine difensivo dei vecchi, il plume ovviamente giocava con me ed il capitano ed il conte ed il doc; mentre uno era possente e francamente difficile da spostare e ardiva lanciarsi in sgroppate sulla fascia vanificate ahimè dal piede non propriamente poetico (alcuni maligni sostengono che venisse ferrato prima di ogni partita, ma io non credo a queste voci), l'altro, il giovane plume, aveva un piede fatato ed un grande senso della posizione nonostante fisicamente ricordasse il fratello maggiore; il plume, si badi bene, difensore centrale a cui veniva affidata la punta avversaria, usava tecniche diciamo innovative per intimorire l'avversario; egli infatti era solito appoggiarsi alle terga della punta, sottolineando con arroganza quello che era l'aspetto fisico in cui più eccelleva; vi basti sapere che tra quelli che avevano condiviso con lui almeno una volta il rito della doccia post-partita il nome in codice con cui lo identificavano era TAPPO

ma i protagonisti principali della mia storia sono altri.
I fratelli piastrella.

I fratelli piastrella da sempre conosciuti nei nostri giri parrocchiali, erano diversi in praticamente tutto.
Tranne una cosa.
Il farti girare i coglioni durante le partite di pallone.

Il vecchio piastrella però era buono a giocare a pallone, molto buono. Rapido, tatticamente duttile, molto intelligente e dotato di un tiro fulminante; il problema era che a giocarci assieme, se ce l'aveva storto, era una tortura che in confronto guantanamo è una cazzo di spa; il vecchio piastrella parlava, sempre; passa, dalla, scatta, torna, tira. Ininterrottamente. E con una tolleranza verso gli errori pari a quella di kim jong-un verso chi si addormenta durante i suoi discorsi (ma con meno armi). Quindi non solo parlava, ma se le cose si mettevano male, ti diceva pure di tutto.

Il giovane piastrella invece era meno serioso e ossessionato dalla performance; ma terribilmente rompicoglioni; e tremendamente più scarso del fratello. Nato decisamente anarchico si infilava in grovigli di gambe cercando dribbling impossibili che, ovviamente non gli riuscivano. Mai. 
In più teneva la posizione con la stessa costanza con cui mastella resta negli schieramenti politici.
Ovviamente, trattandosi di sfide giovani contro vecchi, a noi toccò lui, il fratello piastrella anarchico, perchè era del tutto improponibile una convivenza tra i due, pena il rischio di trovarsi in una scena stile caino ed abele

Tra portieri sovrappeso, anarchici, difensori che emigravano nelle aree altrui ed altri che difendevano col cazzo (nel vero senso della parola) capirete il perchè non mi sia mai addentrato nell'epica di certe partite.

Ricordo però con estrema lucidità le innumerevoli volte in cui il piastrella anarchico esigeva di ricevere palla al limite della nostra area, ignorava uno, due, tre compagni liberi e sceglieva sempre:
- il lancio lungo col braccio ad indicare la direzione della palla, con una percentuale di successo dello 0,1 %
- la sgroppata solitaria in coast to coast che andava sempre a buon fine, ma 99 volte su 100 senza palla, perchè quella gliela ciulavano tipo prima della metà campo (vi ricordo che sto parlando di partite 7 contro 7, in pratica gli ciulavano la palla dopo 4 metri scarsi)
la cosa fantastica era che comunque il fratello piastrella si ostinava non solo a prendersi la palla nonostante gli infausti risultati, ma a lamentarsi di come la colpa fosse dei suoi compagni di squadra, seminando astio e malumore

anni tristi, partite risolte spesso da episodi tipo il piastrella anarchico che perde palla e gli altri che ci fanno la pera.
Che poi dice che uno si butta sull'alcol, dopo le partite.

Vi basti sapere che il giovane fratello piastrella ha tutt'oggi due primati di tutto rispetto
1 – è la persona che durante le partite ho mandato a fare in culo più volte in assoluto
2 – è l'unico tra quelli che hanno giocato con me che tra polemiche e litigate ha fatto passar la voglia di venire a giocare a più persone di me

pochi giorni fa il giovane fratello piastrella si è avventurato di nuovo in un dribbling di troppo, ma non stava giocando a pallone e l'avversario che lo ha fermato era una macchina.

Non starò qui a dire che poteva andare peggio e che sei una roccia e che non era ancora il tuo momento, però a sto giro, nonostante tu abbia voluto infilarti ancora in quei tuoi cazzo di dribbling anarchici, sono molto, ma molto contento di averti rivisto sveglio
quindi sono altrettanto felice di poterti mandare ancora a fare in culo ed anche se adesso dovrai fare panchina per un po', sappi che ormai ci sono affezionato ad averti in squadra con me, qualunque sia lo sport di cui stiamo parlando

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