giovedì 3 novembre 2016

Anime che ambiscono a volare - I frammenti di identità dei Dagma Sogna




(antefatto)
Un paio di estati fa, alla fine di una serata di poesia, la mia amica Vera mi si avvicina insieme ad un tizio poco raccomandabile. Calvo, dal bicipite importante, occhiali a specchio anche se è da un pezzo passata la mezzanotte, ma non è ancora l'alba. 
Il minaccioso mi guarda attraverso le sue lenti e mi indica col dito: mi ha detto lei che a te potrebbe interessare il nostro cd!
Remissivo e pavido acquistai il dischetto, di un gruppo che avevo sentito nominare, ma di cui non avevo ascoltato nulla.
Dopo qualche giorno, passato lo spavento, mi decido ad ascoltarlo, ma temendo che la musica riflettesse l'aggressività di almeno uno dei suoi componenti, per garantirne la sicurezza, ordino a mia moglie di uscire e portarsi via la bambine e dicendole, temendo che dal dischetto uscisse chtulu a scatenare l'armageddon, “Se tra 30 minuti non ti chiamo, avvisa la polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile e la legione straniera; ricordati che ti ho amata tanto, ma se provi a buttarmi i cd mando qualcuno a spaccarti la testa”



(secondo antefatto)
settembre 2016, in un elegante bar di Savona, sono seduto di fianco ai Dagma Sogna, che presentano in anteprima il loro nuovo album e mi hanno chiesto di accompagnarli in questo tardo pomeriggio, tra chitarre acustiche, magliette e domande.



Metti insieme la D di Daniele Ferro e Davide Garbarino, la A di Alessandro Giusto, la G di Gabriele Lenti, la M di Matteo Marsella e unisci il tutto con un ingrediente indispensabile al giorno d'oggi, specialmente per chi vuol fare musica, addirittura musica propria: il sogno.

Il gruppo savonese, attivo da più di un anno, pubblica oggi il primo album “Frammenti di Identità”, che segue ed ampia l'EP “Elefanti di Nuvole”, autoprodotto la scorsa estate ed i cui brani confluiscono nel loro disco d'esordio, prodotto da Areasonica Records.


Il quintetto propone negli 11 brani dell'album una formula melodica accattivante, che prende spunto dal rock italiano, senza vergognarsi di scendere a compromessi con il pop di qualità e soprattutto dimostrando grande impegno sui testi, diretti ma non banali né alla ricerca di rime facili.

Lo stile elegante e tranquillo della loro musica infatti si pone nei confronti degli ascoltatori in modo da catturarne l'attenzione, poiché ogni pezzo è frutto di scelte accurate sia musicali che linguistiche.

La band basa il proprio suono sul pianoforte e le tastiere di Davide Garbarino, che tesse con sapienza le trame delle varie canzoni, creando quel tappeto sonoro indispensabile per legare assieme parole e musica.

L'atmosfera del disco è agrodolce, i testi sono in maggior parte malinconici ed amari, come se lo scriverne ed il cantarne rappresentasse uno strumento di analisi e di catarsi per fare il punto della situazione sulla propria vita

I punti fondamentali a livello tematico sono fondamentalmente due: la difficoltà di relazione e l'insoddisfazione di fronte ai bilanci della vita; grava su tutto il disco un senso di ineluttabilità, come se il fallimento in certi contesti fosse una fase del tutto inevitabile nella vita di ciascuno di noi; a questo si contrappone però la tensione al miglioramento e la volontà di non arrendersi a tali fallimenti, accettati, analizzati, masticati, digeriti, ma soprattutto tenuti bene a mente per riuscire a ripartire.

Fallimenti e ripartenze, difficoltà ed esami di coscienza, da questi conflitti emergono le canzoni dei Dagma Sogna, che parlano di situazioni comuni ad ognuno di noi e per questo entrano facilmente dentro a chi le ascolta, che può tranquillamente immedesimarsi nei protagonisti.

Altro senso del disco è la ricerca di una identità, come suggerisce il titolo dell'album, una identità spesso frammentata e frammentaria, divisi come siamo tra mille cose diverse.
Sia la copertina di questo album che quella dell'EP (opere dell'artista Francesco Quadri) sono composte da colori pastello, tenui, soffusi, poco definiti, così come le figure in esse presenti; quasi a sottolineare la sfuggevolezza dell'esistere e la voglia dei ragazzi di trovare invece una definizione chiara e comprensibile.

A tal proposito appare curioso ed indicativo di quanto ho appena detto, il modo in cui in diversi titoli si contrappongano elementi ben delineati ed altri molto più sfumati o di difficile catalogazione, come elefanti e nuvole, l'uomo e la latta, l'anima e la sabbia: la band chiede e cerca una solidità ed un'istantanea che li definisca ed assegni loro un posto preciso.

Si scende a patti con il proprio essere, con i propri limiti e le proprie debolezze, ci si cerca di accettare come siamo, ma sempre e comunque dando tutto di noi stessi; anche a costo di rimpiangere di averlo fatto, ma preferendo questa scelta al rimorso di dover pensare “e se lo avessi fatto?”.

Amore e realizzazione quindi; in un album dove si percepiscono chiaramente gli alti e bassi tipici di una vita intensa e vissuta senza compromessi; a volte sembra che la felicità faccia quasi paura, ma sia un traguardo a cui è impossibile rinunciare.

L'amore stesso è vissuto con fatica e spesso finisce tra dolore e rimpianti, al punto che, per via della paura della felicità di cui sopra, l'unico momento in cui il protagonista è con una donna e la passione sta per avere il sopravvento, il temporale arriva a disturbare la coppia ed a simboleggiare un senso di colpa insito nell'animo umano e forse congenito ed atavico.

Il temporale è il brano che apre il disco, unico brano in cui l'azione si svolge “qui ed ora” e non basato su riflessioni dolci-amare; forse proprio per questo dà il la all'album, scatenando, come un elemento atmosferico dell'anima, tutte le riflessioni che seguiranno. La pioggia svolge il suo tradizionale ruolo purificatore, lavando via però anche momenti intimi e passionali.

Adesso no invece propone una sorta di sliding doors spazio-temporale, con il protagonista che nella convinzione di riuscire (non si sa come o quando) a raggiungere i suoi sogni, vive il presente accavallandolo ad una dimensione a metà tra il sogno ed un futuro da costruire

L'impossibilità guarda indietro, ricorda tempi migliori ed utilizza anch'essa il sogno per volare sopra il quotidiano; ennesimo esempio di come la musica sappia spingerci più in alto rispetto al nostro difficile e poco poetico oggi.

Prendo tempo è la mia preferita, già dai tempi dell'EP, dove si intitolava Ormai è tardi perchè cristallizza un momento, un fermo immagine, un istante di un amore clandestino, segreto ma intensissimo, nel quale ci stupisce l'arrendevolezza del protagonista, che pur consapevole della forza del suo sentimento verso la donna che sta per tornare alla sua vita “ufficiale”, la lascia andare via, prendendo atto che “I miei vorrei, chiederanno dove sei” e che lei per quanto sia grande il loro amore resterà “uno spazio perso”. Ecco l'ineluttabilità della vita e del destino, rendersi conto di aver vicino la persona giusta ma contemporaneamente capire che non la si avrà mai. Non è ironico? cantava Alanis Morisette, forse si, ma fa terribilmente male.


La tua verità rappresenta un po' un riassunto delle tematiche affrontate dai Dagma Sogna, ricerca, catarsi, esame di coscienza. La voglia di mettere nero su bianco questa tormenta interiore, per cercare quei frammenti di identità di cui parla il titolo del disco e che nel booklet vengono ben rappresentati da pezzi di specchio nei quali si riflettono i 5 musicisti.



5 musicisti che provengono da esperienze molto diverse tra loro, dal punk al metal, passando per il prog e la musica rock – cantautorale, ma che proprio come dicono di voler fare nelle loro canzoni, riescono a costruire per Dagma Sogna un suono (ed una identità) ben definita, dal tratto riconoscibile e per nulla scontato; risultato che si deve al grande impegno ed entusiasmo che tutti hanno messo dentro questo progetto, di cui parlano con estrema soddisfazione ed orgoglio.

Il traguardo dei 30 anni ha spinto Daniele ed Alessandro, principali autori dei testi, (con Davide a ruota) a voltarsi indietro e ripercorrere il loro cammino, in modo da poter affrontare il futuro con maggior consapevolezza e caparbietà, senza negare i propri limiti e le difficoltà, ma traendo da esse la benzina necessaria a proseguire.

Testardi, ostinati ed inguaribilmente romantici, i Dagma Sogna trovano forse la migliore definizione nelle parole de “La tua verità”: “pensi che poi non saresti te stesso, senza quel rimpianto di aver dato tutto”

A testa bassa, pur sapendo del male che farà, i ragazzi savonesi continuano a dare tutto e a giocarsi in musica con una sincerità spiazzante.

Al giorno d'oggi è molto, davvero molto.



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