domenica 4 febbraio 2018

Matite e malinconia, i tratti inconfondibili dei Dagma sogna.




Arrivati al secondo album, escluso il mini EP con cui iniziarono a farsi conoscere, i Dagma sogna possono dirsi soddisfatti di aver già tracciato i loro personali "Tratti di matita" ossia un suono ed uno stile che li rendono già ora riconoscibili e che denotano una personalità non scontata in un gruppo che non ha nemmeno 5 anni di vita.

Tratti di matita sottolinea quindi da un lato la maturità del gruppo savonese, ma anche la capacità e le potenzialità di un suono che seppur riconoscibile, dimostra di crescere e di potersi dipanare su sentieri ancora da battere.

Vale la pensa seguirli, per capire come potranno mettere a fuoco le varie direzioni possibili.

Il nuovo album, uscito da poche settimane, racconta con bozzetti in chiaroscuro le varie sfaccettature dei rapporti umani, tema da sempre caro ai Dagma sogna; ogni brano è un carboncino al cui interno si trovano persone, sentimenti, storie che ci entrano facilmente dentro, poiché facilmente ci possiamo immedesimare in loro.

I colori del silenzio apre il disco sottolineando subito il raggiungimento di un marchio di fabbrica su cui far spaziare il proprio talento.

Sopra un ritmo decisamente rock Alessandro racconta di relazioni da ricostruire e preservare, come disegni preziosi che il tempo intacca ma può anche rafforzare. Il legame tra i due protagonisti è da imprimere su carta e da tenere al riparo.

Fa capolino già dal primo brano un sentimento agrodolce e malinconico, che pervade anche la copertina, dove al gesto dell'offrire il proprio cuore è abbinato un percorso da compiere tra svolte e inversioni, per poi poter volare con la leggerezza di un aeroplanino di carta.

Primo singolo uscito, con video marinaresco, Come onda resta sul rapporto di coppia, ma con un senso di sconfitta da parte del protagonista, che si rende conto dei propri errori e capisce che d'ora in poi dovrà cambiare.
Sale e nostalgia, un gusto amaro da avere in bocca, in ricordo di chi abbiamo fatto scappare, confondendo amore con il possesso.


Si resta sulle difficoltà di coppia e per un confronto completo viene in aiuto la meravigliosa voce di Anna Napoli per La teoria del dirsi addio. Brano ambizioso per liriche e musica, con Anna che aggredisce la strofa in maniera spettacolare, mentre la coppia si pone con estrema sincerità davanti al fallimento del proprio progetto.
La sincerità è un marchio di fabbrica dei Dagma sogna, esattamente come l'aspetto musicale di cui parlavo sopra. Testi sinceri che non nascondono amarezze ed esami di coscienza, qui sublimate dall'ammissione della fine di un amore, affrontata con enorme rispetto reciproco, "perchè nella pratica del nostro dirci addio, c'è più amore di chi si chiama amore".

Non è possibile non citare a conclusione di tale momento carico di intensità, il solo di Daniele che rende in note le lacrime e l'insonnia che accompagnano certi periodi.

La Signora degli inganni di cui parla l'omonimo brano (appena uscito come singolo) è invece l'eterno rimpianto che deriva sempre dalla perdita di chi amiamo o dalla scoperta dei suoi trucchi. Un brano che si apre a diversi piani di lettura, attribuendo, almeno questo ho fatto io, il ruolo di "signora" non solo ad una persona ma anche ad esempio ad una dipendenza.

"Sembra impossibile volerti ancora qui
tracce di quel che sei, si fanno brividi
nell'inventare un mondo senza te"


La malinconia diventa dolore in Tu come me dove il protagonista si trova solo davanti ad un fallimento e non lo nasconde a chi credeva fosse la sua donna.

"Se vince il compromesso, si perde in due" 

Ammissione senza filtri, nudo davanti alla fine di un sogno, sembra quasi che il dolore sia cercato per poterlo superare, per farsi disinfettare l'anima.

Ballata classica e decisamente radiofonica, Nuotando in un mare di stelle riporta in vita la speranza, pur se avvolta da quei tratti malinconici immancabili; bello il cambio di direzione musicale verso la fine del pezzo, guidato dall'arpeggio di chitarra che detta il tempo a tutta la canzone.

Con Il cortile si alza l'asticella e si dimostrano da un lato le potenzialità su cui il gruppo può e deve investire il futuro e dall'altro l'altrettanto fondamentale ambizione.
Un cortometraggio in meno di 4 minuti, che ci porta davanti alla protagonista, la vita di una donna, diventata madre troppo presto e troppo sola, che in quel cortile scorre come foglie dai rami, portata via dal vento, mentre al suo fianco cresce il frutto di quell'amore troppo breve.

E poi cazzo, scusate, ma nella frase:

Non ha più tuo figlio quella splendida occasione
di parlare con suo padre della gioia di esser padre

io ci trovo quello che è il MIO rimpianto ed il MIO dolore, quello che mi porterò dentro per tutta la vita.

Pezzo gigantesco, a cui non nego mai qualche lacrima e un paio di centimetri di pelle d'oca.

Esplode forte l'anima rock del gruppo, composto da musicisti di estrazione innegabile, che ogni tanto esce fuori incontenibile. Pezzo trascinante dove emerge la solidità della sezione ritmica cioè Gabriele ed il nuovo arrivato Gianluigi. Fuori dalla realtà è una parentesi che fa respirare e ci ricorda che anche in momenti di forte introspezione come quelli presenti in gran numero in questo disco, è sempre necessario urlare al cielo e goderne le stelle, fosse solo un modo per spazzare via il quotidiano e tenerlo lontano pochi minuti.

Chissà se sono veri, i protagonisti di Ancora favole? Ci illudiamo di sì, vedendoli felici, ma ahimè, la grande casa bianca nasconde illusioni e strada rimasta da percorrere; mi colpisce molto però che il senso della canzone siano la ricerca ed il desiderio della felicità per i figli e non per se stessi, segno tangibile della maturità compositiva ed umana del gruppo, che capisce e canta dell'importanza del futuro.

Un sontuoso intro di piano da parte di Davide, mostruoso come al solito dietro ai tasti, ci porta ne Il viaggio, brano che conclude il disco, a parte la versione radiofonica di Come onda.
Ballata di alto livello, impreziosita dal violino di Fabio Biale, dal testo ampiamente simbolico, che ci dice, nemmeno tra le righe, che i Dagma sogna non si fermano qui, ma hanno capito che il senso di tutto stia nell'andare, avanti.

Per chi cerca un'altra pagina di se
e non si accetta stanco ed arrendevole

Nè stanchi, nè arresi, i Dagma sogna vogliono andare avanti ed il loro viaggio è appena all'inizio.

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